Il turismo sostenibile nasce negli anni ’80, con lo scopo di armonizzare flussi di turisti e cultura locale e ambienti che vengono visitati. Per essere un turista sostenibile e quindi responsabile bisogna utilizzare mezzi poco inquinanti (cioè favorire treni ad automobili); rispettare le risorse e la cultura locale (non sprecando acqua); non disprezzare l’ambiente circostante inquinandolo; preferire le attività commerciali del posto rispetto alle classiche multinazionali; non portar via souvenir che potrebbero danneggiare il luogo come pietre, sabbia o, peggio, fauna locale; rispettare pienamente le regole imposte dalla comunità che lì vive regolarmente, anche se sembrano molto diverse a quelle cui siamo abituati.

Un turista ben educato é colui che non fa primeggiare le proprie consuetudini a discapito dei locali che siano persone, piante o animali. Le regole della buona morale e della buona educazione in questo senso ci vengono in contro. Una persona, o un gruppo di persone, capace di rispettare la libertà altrui è un esempio splendido di sostenibilità e sensibilità verso ciò che non è da considerarsi proprio.

Trattare luoghi dove altre persone vivono come se fosse casa propria, crea insofferenza nei confronti della massa turistica e, peggio ancora, disgrega completamente l’identità locale di quel luogo, che cercherà di adattarsi istintivamente alle esigenze dei visitatori pur di non minare un settore come quello turistico particolarmente proficuo. E questo non sarebbe assolutamente giusto.

Ecco perché il turismo sostenibile promuove la coesistenza di identità, a patto che quella nativa non venga assolutamente danneggiata. Un panorama del Nicaragua non sarebbe più lo stesso se si iniziassero a buttare cartacce fra la vegetazione, un ballo tradizionale sardo non sarebbe uguale se si imponesse un altro tipo di musica. E per farlo non serve girare zaino in spalla aspettando l’autostop, basta molto meno: utilizzare contenitori riutilizzabili, ad esempio, a salvaguardia dell’ambiente e degustare cibo locale (più o meno apprezzato) sicuramente apre la mente a nuove esperienze più complete e gratificanti.

Per fortuna questa forma di turismo è sempre più apprezzata al giorno d’oggi, anche se purtroppo non tutti la pensano così: per qualcuno più che vacanziero tutto ciò significa rinunciare al comfort e al lusso, ma queste affermazioni sono impregnate di ignoranza. Il mondo ha bisogno di turismo sostenibile, perché il mondo ha bisogno di rispetto per il prossimo.

E confido che ci sia sempre maggior modo di illustrare ai turisti del futuro questa alternativa meravigliosa, colma d’amore per i dettagli e le piccole cose, che giova sia a chi fa visita in luoghi nuovi e potrà così coglierne l’essenza, sia a chi, dietro questa macchina remunerativa di nome “turismo”, riesce ad arrivare a fine mese non stravolgendo le proprie consuetudini e fornendo, in totale serenità, un’esperienza profondamente migliore a chi vuole viverla.