Le sigarette elettroniche anche dette PV o Personal Vapouriser (soprattutto in Inghilterra)  o Vaporizer (come sono invece altrimenti dette in America) o brevemente  e-cigarette o E-cig sono dispositivi elettronici creati e venduti per aiutare a smettere di fumare. Alcuni pensano che possano anche incoraggiare l’iniziazione al fumo nei giovani e la relativa dipendenza dalla nicotina perchè presentano una maggiore accettabilità sociale e permettendo l’identica gestualità della sigaretta ma non lo stesso cattivo odore e produzione di mozziconi inquinanti.

Fondamentalmente tutti i dispositivi in commercio sono basati sull’utilizzo di una corrente elettrica fornita da una batteria ricaricabile – tipicamente al litio- per alimentare una resistenza metallica che riscalda i liquidi aromatizzati contenenti nicotina e crea i vapori che vengono inalati. La soluzione è a base di acqua, glicole propilenico o E1520 un additivo, glicerolo o E422 un altro additivo, aromi naturali estratti cioè da prodotti e ingredienti naturali (come il limonene estratto dagli agrumi o il cinnamato estratto da ciliegia e cannella). Tutti gli elementi possono essere miscelati in percentuali variabili.

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Le sigarette elettroniche commercializzate in Italia sono pericolose per la salute?

Da quando sono state commercializzate in Italia per la prima volta, circa 10 anni fa, molti studi e opinionisti esperti si sono pronunciati in un senso o nell’altro producendo diffidenza e dubbi nel consumatore. Sono stati pubblicati studi sui liquidi, in bottiglia e durante il riscaldamento e in forma di vapore; studi sui diversi tipi di dispositivi  e sull’effetto del vapore sull’organismo vivente. E’ certo che alcune ricerche hanno rilevato la presenza nel liquido di metalli pesanti come il nichel ( al quale sempre più persone si scoprono allergiche) tracce di argento, titanio e cromo e -in alcuni- addirittura piombo e manganese: tutti elementi la cui azione cronica è collegata a danni a polmoni, cervello, fegato, sistema immunitario e cardiovascolare.

Oggi sappiamo che quegli studi si riferiscono prevalentemente a liquidi che non rispettavano le indicazioni di legge: certamente si trovano tracce di metalli tossici  in bassa quantità nei liquidi di ricarica ma le alte concentrazioni si rilevano appunto in liquidi illegali e in apparecchi non a norma. In alcuni di questi,  il liquido viene a contatto con una resistenza fatta proprio di nichel cromo e altri metalli, è così che si innalza appunto il livello di queste sostanze nel liquido che con la dispersione persiste negli aereosol entrando infine a contatto con l’organismo. Se si sceglie di utilizzare le sigarette elettroniche è bene quindi controllare che i dispositivi e i liquidi corrispondano sempre  ai termini di legge.